Cassaz. Sez V penale sent n 13828 del 4 aprile 2007
Sussiste il dolo richiesto dall'art. 483 c.p. che come è noto è generico, consistendo nella coscienza e volontà di dichiarare una cosa contraria al vero. Non è ravvisabile la pretesa innocuità del falso perchè nel delitto punito dall'art. 483 c.p. il bene tutelato è la fede pubblica che viene leso ogni volta che il cittadino, richiesto di fare alcune dichiarazioni, le rilasci false e ciò pure indipendentemente dal fatto che, pure in presenza di proprietà, avrebbe avuto accesso al gratuito patrocinio; la pubblica amministrazione deve essere messa in grado di conoscere tutti i dati rilevanti per la dichiarazione.
Richiesta alla sede dell'associazione del testo